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Pierre TCHAKHOTINE. Presidente Comitato “Santa Anastasia”. Murazzano (Cuneo)
“Il progetto “Santa Anastasia – una speranza per la Pace”
Obiettivi e breve cenno storico
L’idea di fondo del progetto, che prese inizio nel 1988 in provincia di Cuneo, consiste nel restituire alla memoria europea la figura storica di Santa Anastasia di Sirmio (281-304), del suo operato caritatevole nelle carceri illiriche nell’allora oriente dell’Impero di Roma e dei significati simbolici che accompagnano il nome di questa giovane patrizia romana, la quale attraverso la parabola della sua breve, ma brillante, esistenza unisce le due sponde del nostro continente. Le sue virtù di misericordia umana furono tali che un secolo e mezzo dopo il suo supplizio, avvenuto a Sirmio, ella fu riconosciuta Grande Martire, una tra i soli quindici, e così è considerata tuttora sia dalla Chiesa cattolica, che da quelle ortodosse, appartenendo a pieno titolo, dunque, ai “due polmoni” della Cristianità. Donna di pace, esempio forte di azione alternativa alla guerra, riparatrice delle piaghe inflitte dalla violenza cieca che spinge gli uomini a distruggersi a vicenda per mere ragioni di ambizione ed egoismo, curatrice degli afflitti, protettrice dei carcerati, dei terremotati e delle partorienti, insomma di tutti coloro che soffrono e aspirano a liberarsi dai vincoli del dolore, Santa Anastasia nel mondo odierno può avere un ruolo fondamentale nel contribuire alla riconciliazione dei nemici di ieri. Il suo nome, derivato dall’Anastasis – Risurrezione –, e il suo simbolico legame con la Natività ci ricordano quanto l’immagine di Santa Anastasia è stata importante per coloro che vissero nei primi secoli del Cristianesimo affermato, quello più puro e accessibile a tutti. Santa Anastasia è una di quelle radici comuni europee, di cui tutti parlano e che tutti cercano, ma paradossalmente non vedono, in ragione della sua prossimità alle essenziali esigenze umane: la pace, l’aiuto agli altri, la tolleranza reciproca. Nel contesto della faticosa nascita e crescita dell’Unione Europea si propone, allora, Santa Anastasia quale ideale Patrona di tutti i popoli d’Europa, che per riconoscersi hanno bisogno di avere un simbolico denominatore comune storico che li unisca. A questo, fine nell’arco del trascorso ventennio, i vari comitati “Santa Anastasia” hanno svolto diverse iniziative: il restauro degli affreschi dei XIII-XVI secoli in una chiesa dedicata a Santa Anastasia in prossimità delle Alpi, nel Piemonte meridionale, a Sale San Giovanni nelle Langhe (1988-1992); la costruzione di una chiesa di Santa Anastasia in riva al Volga nel villaggio di Uchma presso la città di Uglich, nelle cui fondamenta fu posata una pietra proveniente dalla chiesetta alpina, creando una specie di ponte ideale che simbolicamente unisce le Alpi e il Volga (1994); la realizzazione di due icone raffiguranti Santa Anastasia nelle rispettive tradizioni iconografiche occidentali ed orientali ed il loro successivo invio nel cosmo a bordo della stazione orbitante “Mir” per portare un messaggio di pace ai popoli della Terra e, particolarmente, a quelli dell’ex-Jugoslavia coinvolti in un atroce, quanto insensato, conflitto (1995-1996); il pellegrinaggio delle stesse icone attraverso l’Europa nei luoghi di devozione a S.Anastasia per far pervenire questo messaggio di pace e di ineluttabile necessità di riconciliazione (1996); la costruzione di una piccola cappella di legno in Russia con il suo successivo trasporto ed innalzamento in Italia, a Magliano Alfieri presso Alba in provincia di Cuneo e la sua consacrazione nel nome di Santa Anastasia e della Riconciliazione (1997); ed infine, la realizzazione di una serie di mostre internazionali di pittura, grafica e scultura intitolate “L’Arte per la Pace in Europa e nel Mondo” dedicate a Santa Anastasia, svoltesi nel periodo 2005-2006 in Serbia, Russia e Croazia e programmate per il 2007 in Italia con la partecipazione di oltre 200 artisti di 16 paesi europei e di due dell’America Latina. Quest’ultima iniziativa è conclusiva del progetto “Santa Anastasia: una Speranza per la Pace”. La mostra di Zadar nella straordinaria cornice della basilica di San Donato del IX secolo è una tappa fondamentale del progetto generale, patrocinato dall’UNESCO, dal Segretario Generale del Consiglio d’Europa, dal Presidente del Consiglio della Cultura della Santa Sede e da altri organismi di vari paesi europei. Infatti, proprio in questa bella città storica dalmata è stato posto il problema della costituzione di una Fondazione Internazionale Santa Anastasia: uno dei suoi compiti consisterebbe nel creare un museo dedicato alla Santa martire di Sirmio e composto dalle opere della presente mostra internazionale. Altri scopi della Fondazione potrebbero essere: lo stabilimento di contatti con tutti i luoghi di riferimento a S.Anastasia conosciuti e da scoprire ancora in Europa e in altri continenti, la creazione di un archivio contenente le informazioni disponibili sulla Santa, ecc. Zadar si presenta come il posto ideale per detta Fondazione in base alle seguenti ragioni: la devozione a Santa Anastasia vi sussiste dall’Anno 808 quando l’imperatore di Costantinopoli donò alla città e alla diocesi le sue preziose reliquie; è il crocevia di diverse culture ed etnie europee (di origini germaniche, latine, slave e celtiche), nonché il luogo d’incontro delle due confessioni cristiane, le quali troppo a lungo si sono confrontate anche violentemente ed oggi abbisognano di collaborare per il bene di tutti. Nell’avvicinarsi del 1200-o anno giubilare della pace siglata tra l’orientale Bisanzio e l’occidentale regno dei Franchi, la quale pace portò a fare sì che Santa Anastasia di Sirmio fosse dichiarata Patrona di Zadar, la costituzione di codesta Fondazione Internazionale porterebbe la città a diventare un importante e nevralgico centro europeo di dialogo, di cultura, di cooperazione e una fucina di nuove idee utili e necessarie per l’edificazione della nostra Europa dei Popoli. La mostra di Mondovì conclude la serie delle precedenti e vi partecipano esattamente 227 artisti con 289 opere. Per l’occasione sono stati realizzati un catalogo di tutte le opere in mostra (216 pag.), un libretto “Vita di Santa Anastasia, martire di Sirmio”, un catalogo digitale della mostra su CD, un cataloghino con l’elenco di tutte le opere in esposizione, un badge raffigurante Santa Anastasia. Il problema della collocazione dell’isola di Palmaria, luogo del supplizio di S.Anastasia
Sulla localizzazione dell’isola di Palmaria si differenziano i due martirologi: quello romano e quello greco bizantino . Secondo il primo l’isola sarebbe quella di Palmària di fronte a Porto Venere alla frontiera tra Liguria e Toscana: lì erano mandate in detenzione le donne romane di ceto nobile. Però, in questo caso, come conciliare il fatto che Anastasia prima fu condannata in Illiria, portata poi a Roma per essere giustiziata sull’isola di Palmària, con il ritrovamento delle sue spoglie mortali a Sirmio, dove alla metà del IV secolo era stata innalzata una chiesa in suo onore, a mille e più miglia di distanza dall’isolotto sito nel golfo di La Spezia? Nel martirologio greco non si dà nessuna indicazione sulla collocazione dell’isola, la si nomina e basta: Palmaria. La logica stessa suggerisce una soluzione semplice del problema: l’isola in questione bisogna cercarla non sul mare, bensì nel letto del fiume Sava che attraversa Sirmio, l’attuale città serba di Sremska Mitroviza. E quest’isola all’epoca romana c’era ed era situata a valle di Sirmio a poche centinaia di metri di distanza dalla cinta della città e si chiamava Carbonaria! Oggi, dopo la costruzione alla metà dello scorso secolo degli argini di protezione sul fiume Sava, l’isola non c’è più, ma un quartiere di Sremska Mitroviza in quella zona tuttora ne porta il nome. A questo punto è facile immaginare la scena dell’imbarco dei prigionieri presso il vecchio ponte fuori le mura dove abitualmente avvenivano le esecuzioni. Il barcone invece di affondare approdò all’isolotto sul quale ebbe luogo il massacro ed il martirio di S.Anastasia, bruciata viva sul rogo con piedi e mani attaccate a quattro pali. Forse in quel luogo si produceva il carbone a legno indispensabile per le necessità di una città di circa 20000 abitanti, quale era all’epoca Sirmio. Da qui potrebbe venire il nome dell’isolotto – Carbonaria (fig.1 – ricostruzione del come si presentava Sirmio all’età romana; fig.2 – schema del letto del fiume Sava in quell’epoca. Immagini gentilmente concesse dal Museo Civico di Sremska Mitroviza). I risultati: luoghi di culto e di riferimento a S.Anastasia di Sirmio in Europa e altrove
Una estesa ricerca è stata realizzata su 252 luoghi di 26 paesi in vario modo legati al culto di Santa Anastasia, suddivisi in tre principali aree geografiche: Italia, Russia e Europa, in grande linee corrispondenti, a secondo del paese, o alla fede cattolica o a quella ortodossa.
Alla prima si riferiscono i seguenti paesi: Italia (86), Francia (13), Spagna (4), Portogallo (1), Gran Bretagna (1), Irlanda (1), Germania (prima della Riforma) (6), Austria (1), Polonia (1), Croazia (8), USA (9), Canada (2), Filippine (2), con un totale di: 135 luoghi.
Alla seconda si riferiscono i seguenti paesi: Russia (68), Ucraina (7), Bielorussia (3), Moldavia (1), Romania (3), Bulgaria (3), Serbia (8), Montenegro (1), Macedonia (2), Grecia (14), Cipro (4), con un totale di 113 luoghi. Casi particolari sono la Turchia (2) e la Palestina (1) con 3 luoghi fondati durante il periodo bizantino, quindi, anteriori alla separazione delle chiese. Negli ultimi 15 anni in Russia, Ucraina, Bielorussia e Bulgaria sono stati complessivamente aperte 34 chiese, cappelle o stanze di preghiera dedicate a Santa Anastasia in altrettanti penitenziari. Come si constata i due paesi di massimo culto di Santa Anastasia di Sirmio sono l’Italia e la Russia, i quali sono oggi le sedi dei poli principali delle due confessioni cristiane: cattolica e ortodossa.
Dalla tabella qui sotto si ricava che di luoghi di culto a Santa Anastasia sono stati evidenziati: funzionanti oggi: 110; dove il culto è esistito nel passato: 54; il che fa un totale di 164.
Su questi si specifica che almeno 20 chiese e monasteri furono fondati dai monaci benedettini, ma una volta che saranno ottenute informazioni supplementari questo numero sicuramente verrà raddoppiato.
Altre informazioni interessanti sono: i luoghi nelle zone di terremoti: 29; i luoghi dove vi sono acque curative: 9; i luoghi dove Santa Anastasia è considerata protettrice delle partorienti: 9. Anche qui un confronto più dettagliato senza dubbio metterà in evidenza una più elevata corrispondenza.
1. L’antica Sirmio, capitale dell’Illiria settentrionale al IV secolo. Ricostruzione del Museo di Srem a Sremska Mitroviza (Serbia). 2. Il letto del fiume Sava all’epoca romana con evidenziate le due isole: Carbonaria (a destra) e Cassia (a sinistra). Ricostruzione del Museo di Srem a Sremska Mitroviza (Serbia). Tabella riassuntiva dei luoghi di culto (°) e dei luoghi di riferimento a Santa Anastasia,
martire di Sirmio, in Italia, Russia, nei paesi d’Europa e altrove (USA, Canada, Asia)

(Dati preliminari. Elaborato da P.Tchakhotine in base ai dati raccolti). Italia Russia
(e altri*)
(e altri*)
Luoghi dove S.Anastasia è considerata la Patrona Raffigurazioni (affreschi, icone, sculture) Luoghi dove si conservano le reliquie di Santa Anastasia Luoghi dove prima c’erano delle reliquie di Santa Anastasia Luoghi di devozione a S.Anastasia a rischio di terremoti Luoghi di devozione a S.Anastasia dove vi sono sorgenti di acque curative e delle terme Luoghi dove S.Anastasia è considerata protettrice delle partorienti Credenze popolari specifiche, inni e preghiere a S.Anastasia ° - cattedrali, basiliche, chiese, monasteri, cappelle, altari * - in altri paesi: Ucraina, Bielorussia, USA, Canada, Asia

Source: http://s.anastasia.wedge.ru/files/PierreTchakhotine.it.pdf

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